26 febbraio 2018

Portare gli stessi panni con stile diverso: il ritorno più cantautorale dei Guignol


Basta già una canzone come 1979 per capire che, a distanza di due anni, a Pier Adduce ed i suoi Guignol non è venuta a mancare l’ispirazione. Una storia di periferia, struggente nella sua semplicità, dove un pallone bucato ed una sfida con le biglie prefigurano un futuro non lontano fatto di rapine per pagarsi ben altro tipo di buchi, il tutto accompagnato da un arrangiamento dove gli archi si fanno carico di tutta la drammaticità del pezzo.

Porteremo gli stessi panni (titolo tratto da una poesia di Rocco Scotellaro, dalle cui opere sono tratti anche i testi di Pozzanghera nera il 18 aprile e Padre mio) è un album dai ritmi e dai suoni più blandi rispetto al precedente Abile Labile. Qui si passa dalle parti del cantautorato, una veste che si adatta alla perfezione ai testi sempre azzeccati di Pier. Protagoniste sono le storie di un mondo anacronistico ma reso in maniera vivida, dove le coppie rimangono unite nonostante tutto ma di certo non per amore (Diversi opposti), dove la fuga è una necessità vitale (L’orizzonte stretto) ma che non sempre va a buon fine (La promessa, ispirata ad un passaggio de La vita agra di Bianciardi), dove le vite di una donna timorata e di uno spaesato bestemmiatore si sfiorano da lontano (Come Maria Vergine).
L’atmosfera è perlopiù malinconica, ravvivata dagli arrangiamenti più movimentati di L’orizzonte stretto, dove l’armonica si sfoga al termine dei ritornelli, e di Sei fratelli, tragicommedia familiare velatamente criptica a cui le chitarre donano brio. C’è però sempre una sorta di disillusione ironica nei testi di Pier, un qualcosa che mitiga la drammaticità delle situazioni e per cui si può usare non certo a sproposito la parola autorialità: non posso fare paragoni per ignoranza personale con Jannacci e Gaber, salutati nella cartella stampa come fonti d’ispirazione, ma se i riferimenti sono alti si può dire che il frutto non è caduto lontano dall’albero.
Che lo si voglia definire rock cantautorale o cantautorato sporco poco importa: Porteremo gli stessi panni è l’ennesima conferma di un pezzo di musica italiana d’alta levatura che resiste, purtroppo lontano dai riflettori (e a conferma che fra simili ci si riconosce all’interno del disco vi sono fotografie fra gli altri di Luca Swanz Andriolo, uno che sia da solo che coi Daed Cat In A Bag ha fatto grandi cose). Plauso finale per un locale della mia zona, La casa di paglia di Fontaneto D’agogna, dove i Guignol hanno suonato recentemente: io non c’ero e mi cospargo il capo di cenere. Stefano Ficagna

Tracklist: 

1. Padre Mio
2. Diversi opposti
3. Sei fratelli
4. Come Maria Vergine
5. L'orizzonte stretto
6. 1979
7. Oggi dopotutto
8. La promessa
9. Pozzanghera nera il 18 aprile

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